IL CATTOLICO IMBRUTTITO 2 . Il confessionale di design
- Anna Gamberini
- 2 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Nel centro storico di Bologna, la chiesa di Santa Maria della Carità in via San Felice ospita un nuovo confessionale di design, collocato sotto la Crocifissione di Annibale Carracci.
Il monaco è rimasto sulla terra.
Nessuno è venuto a prenderlo.
Per consolarlo, dal convegno l’hanno portato a visitare una chiesa “al passo coi tempi”, che valorizza, anche attraverso l’estetica, l’importanza della riconciliazione.
«Che bellezza» disse il monaco con entusiasmo ritrovato.
«Il sacramento della riconciliazione è l’abbraccio di Dio Padre per il ritorno del figliuol prodigo.
La follia dell’amore che accende il Creatore nel colloquio sincero con la sua creatura…»
Entrarono nella chiesa fresca di ristrutturazione.
Sotto un Carracci brillava una lastra di metallo riflettente.
«È il nuovo confessionale» gli sussurrò una signora, con l’orgoglio di chi presenta la cucina nuova.
Il monaco si avvicinò piano, con devozione.
E scoprì il Guggenheim in una chiesa di Bologna.
Un ingresso e un’uscita separate.
Entri in un ambiente beige, vagamente japandi, rivestito di tessuto tecnico senza cuciture; ti specchi, dialoghi col sacerdote, esci e trovi la fonte battesimale come rinascita.
«È un… ehm… confessionale?» chiese.
«Sì, padre. È un nuovo concept di confessionale.
Si entra e ci si vede riflessi nella lastra.
Il team degli architetti ha studiato ogni dettaglio per adeguare il sacramento ai tempi attuali.
Dialogo, non cupo pentimento.»
Il monaco si guardò riflesso: un uomo semplice.
Volle inginocchiarsi sul pavimento freddo e recitò piano una preghiera.
Sembrava emanasse luce da quel suo dialogo sussurrato con Dio.
Poi, nel rialzarsi, batté la testa sulla cassetta delle offerte.
In acciaio riflettente.
Di design, of course.
Articolo pubblicato su "Gli Stati Generali"
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